Estate Horror 1992 by Cornell Woolrich & John Russo

autore:Cornell Woolrich & John Russo
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Horror/Gotico
editore: Mondadori
pubblicato: 1992-10-14T16:00:00+00:00

4

La signora di Dubuque

— Posso osare? — chiese a voce alta la signora Sarah Travis a nessuno in particolare, nella sua cabina del Gascony la notte prima dell’arrivo a New York. O forse l’aveva chiesto a una cosa, al sottile e corruscante abito rosso e nero che la cameriera le aveva preparato sul letto sotto l’errata impressione che lei desiderasse metterselo. La cameriera aveva assicurato la signora Travis, più volte, di non essere affatto suscettibile al mal di mare; eppure era uscita dalla cabina livida e tremante, dopo aver staccato l’abito dalla stampella. La signora aveva notato anche che la donna le aveva lanciato uno sguardo omicida; come se in qualche modo ne avesse lei la colpa, se quella si sentiva male. Ma siccome era il primo viaggio che la signora Travis faceva all’estero, non essendosi quanto a questo mai spinta in vita sua più in là di Sioux City, lei ne sapeva ben poco delle abitudini e costumanze delle cameriere a bordo di piroscafi; e meno ancora di quelle delle couturières francesi.

In realtà lei non aveva capito neanche una parola di quanto le aveva detto quella tizia, quella Eve Maldonado: erano state costrette a esprimersi a gesti. Quel che lei voleva era un abitino un po’ elegante da portare alle riunioni del suo Club del Giovedì a Dubuque. E il giorno dopo quello era arrivato in albergo tutto avvolto in carta fantasia. Lei non voleva che Hiram la prendesse per una stupida, quindi aveva finto di aver ordinato proprio quella toilette e lui, bonaccione come sempre, l’aveva pagata senza fiatare. E lei aveva dovuto tenersela! E il peggio era che, se non la metteva quella sera, non avrebbe mai più avuto la possibilità di portarla. Davvero non aveva il coraggio di mostrarsi vestita così a Dubuque. La gente se ne sarebbe scandalizzata. E con quel che costava!

— Posso osare? — ripeté, e si avvicinò al letto.

Bastava un’occhiata alla signora Sarah Travis per capire la ragione dei suoi dubbi. Lei e quel vestito non andavano proprio d’accordo; venivano da universi differenti. Era una quarantenne dall’aspetto giovanile, ma non faceva alcuno sforzo personale per ringiovanirsi. Non era bella, aveva il mento troppo sporgente, occhi piccini e una bocca qualunque. I capelli erano di un bruno rossiccio. Mai lei aveva usato rossetto o cipria, e l’ultima volta che aveva fumato una sigaretta era stato a quattordici anni, dietro il fienile della fattoria di sua nonna. Mai aveva bevuto nulla di più forte che il vino di sambuco in vita sua, fino a una settimana prima a Parigi, quando tanto per provare aveva preso un dito di chiaretto a cena. Faceva crostate squisite, ma ora che Hi aveva fatto tutti quei soldi con i trattori, lui non le avrebbe più permesso di cucinare. Suo marito si era ritirato, aveva contratto un’assicurazione sulla vita per mezzo milione di dollari e si erano imbarcati ambedue alla volta di Parigi per vedere un po’ di mondo. Ma anche lì la loro vita notturna si era limitata

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